domenica 20 gennaio 2013

Robert Wyatt-Dalla viva voce

Al diavolo tutte le piramidi e tutti i faraoni della musica! Oggi ascoltiamo la viva voce di Robert Wyatt, spirito libero e artista autentico del nostro tempo, batterista e cantante dei primi Soft Machine, autore di uno dei migliori dischi di musica rock creativa di tutti i tempi, Rock bottom (1974) e di una originale manciata di altri album magici e malinconici. Oggi ascoltiamo la viva voce di Robert Wyatt, che con la sua musica e le sue parole ha reso questo mondo un poco migliore, aggiungendo i suoi profumi e i suoi sapori e tutto il resto, senza chiedere in cambio molto più che una bella risata e un buon sorso di cognac.
(dall'introduzione di Claudio Chianura)
Ho ricevuto in dono questo libretto per il mio compleanno e devo dire che i tipi delle Edizioni Auditorium hanno fatto davvero un buon lavoro raccogliendo le parole sparse lungo il corso degli anni da Robert Wyatt. Non si tratta dei semplici testi delle sue canzoni, ma bensì delle sue parole, dei suoi pensieri, dell'idea stessa che lui possiede del mondo contemporaneo. Consiglio la lettura di questo volumetto a tutti coloro che vecchi o giovani amano la semplicità d'animo e la coerenza interiore. Wyatt è un musicista atipico nel panorama pop internazionale, nasce stupendo batterista (i mitici Soft Machine)e dall'incidente del 1973 che lo priverà dell'uso delle gambe, giocoforza si trasformerà in cantante e compositore prediligendo l'uso delle tastiere. Nel 1974 darà alle stampe il suo album capolavoro: ROCK BOTTOM , vero e proprio manifesto di una rinascita a nuova vita sia umana che artistica, sempre che nel suo caso sia possibile separare le due cose. L'ascolto di questo album richiede anche al giorno d'oggi un cambio di prospettiva decisamente radicale. La parola d'ordine è UMILTA', questa sembra essere la giusta password necessaria per accedere a quel mondo misterioso e interiorizzato in cui il musicista vuole accompagnarti. E' il mare, la sua metafora che in SEA SONG, canzone che apre l'album, con la sua melodia sghemba sembra volerti attirare verso una zona inconsistente ma accogliente, senza dei limiti ma con sicurezze calde e umide come il ventre materno e il suo liquido amniotico. Quindi morte e resurrezione, l'acqua diventa il luogo dove tutto cambia, i suoni non sono più gli stessi che sulla terra ferma, da qui la destrutturazione del linguaggio fino al riconoscimento della melodia descritta come solo la semplicità dello strumento voce può descrivere, senza tempo, senza barriere ideologiche, senza compromessi. Ancora grazie Bob.



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