Sabato sera nel bar è entrato uno straniero che ha
cominciato a parlare di se stesso. Le sue esperienze, le sue paure e
le sue emozioni si sono letteralmente liberate nello spazio
circostante e tutto hanno pervaso. Il suo linguaggio era diretto e i
concetti che voleva esprimere erano chiari. Un fiume incessante di
parole si è scaricato con l'intensità di un attacco di artiglieria
su tutti i presenti che però, superato lo sconcerto iniziale, hanno
avuto la pazienza di ascoltarlo fino alla fine. Lo straniero ha
potuto finalmente comunicare ad altri esseri umani a lui simili ma
comprensibilmente inconsapevoli, le drammatiche dinamiche che
determinano la sua vita o meglio dire sopravvivenza. Infatti
l'esigenza di sopravvivere costringe lo straniero a fare i conti con
una esistenza condotta ai margini della società consumistica per lo
più popolata da figure ambigue e di malaffare. Anche fra loro egli
risulta straniero perché in realtà anche lui stesso rifiuta di
riconoscersi in quello che è.
Dobbiamo davvero
ringraziare EXTRAMONDO per aver creduto in questo esperimento, perché
di esperimento si trattava, in quanto credo che tutti i presenti
abbiano davvero apprezzato il lavoro che Mauro e Andrea hanno messo
in scena in uno spazio così esiguo come il Bar Mirage. Il testo di
Koltès è davvero molto complesso e in più Mauro ha dovuto
affrontare la possibilità che in qualsiasi momento dello spettacolo
qualche passante incuriosito sarebbe potuto apparire alle sue spalle
cogliendolo di sorpresa. Mauro recitava proprio dando le spalle
all'ingresso. Complimenti,davvero complimenti è stata un esperienza
emozionante che speriamo di ripetere al più presto. Sotto trovate un
breve filmato (scarsissima qualità) di una porzione dello
spettacolo.
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